La Poesia!
Queste sono poesie che non avevo mai pubblicato sul sito. La chiave per leggerle è l'astrazione dalla realtà: sono poesie che descrivono visioni e immagini particolari. Sono scritte di getto e sotto il giogo soave dell'ispirazione: non vi troverete riferimenti alla vita di tutti i giorni o cose simili. Per me comporre è sognare: entrare in un'altra vita e dimenticare questa. Pure alcuni riferimenti fanno pensare a una certa attinenza col reale, scoprite voi dove sono...
Queste poesie sono pubblicate nel libro "L'arco d'oro",
che trovate in vendita a questo
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Come un astro morso e avvoltolato,
ritorna il sigillo della chiusura.
Conficcate, nel chiuso sfrigolar della discesa,
le zagaglie mute scarnificano e lacerano la china.
Le felpate unità di tatto non s’avvicendano più,
la pietrosa superficie le polverizza istantaneamente.
E, nel fulcro crepitante, nella proda buia,
che, sommersa, si muove, lo strale insondabile
spalanca il più straripante appello.
Lenta, s’adagia la molle melodia,
e il cielo esplode di gialle foglie d’autunno!
La vita sorge da una collina di seta,
e, smembrandosi, ritiene tutta la sua progenie
al centro della faida.
Raggruppando ombre sul passato,
tutte le cose si raggrumano,
tacendo, sul verso indelebile.
Rotolando, rovinando, adunando,
la diamantina lastra del cuore s’appuntisce,
è
la notte e scorrere di vento,
è
il mare, divenuto i nostri occhi
che colorano e rigettano
i cieli selvaggi del nostro sangue.
Anche il balzo decapitato della sfinge
di latte si conclude in una saga:
e ogni sfregio che lancina il monotono inseguito
è
una macchia diluita in un tremore folle.
Il fremito diventa carico che grava, l’oceano
si versa in una pozza d’acqua, ciò che dilata,
scava: e una vertigine si spalanca, subitanea,
in un granello di sabbia.
Stretti golfi scroscianti fluttuano lontano,
dove una sfera, grondante stelle rapprese,
ghermisce pascoli di vento.
Lassù, dove ogni moto è meteora
e ogni alito è battito alieno dell’altro,
l’uno si spezza in mille comete di sole.
E ognuna ha la sua voce,
ognuna è germe incessante d’ogni sublime.
Si decolla, si decolla sull’onda del tuo cuore,
si decolla sulle tue ali da brivido.
Si decolla, inghiottendo tutto il sole,
e risputandolo fuori
in una vampa senza limiti.
Rami accecanti diventano braccia che tracciano
fiumi d’astri sfrenati. E gli occhi
sono stelle nere da raccattare,
varchi d’anima ruggente
per l’inno impossibile.
Ah! Stellanti coralli, il dio v’infigge
riflessi di fiamma!
E la continuata melopea vi scandisce il sisma
che porge l’inviolato, le mani non si spezzano
e reggono calamite di fuoco!
Le eterne torri dell’ascesa si levano
da un lago vuoto, e vi seminano, alti,
i bagliori impossibili del più rovente diadema!
Recando lo stigma del dono,
il frale involucro s’accende del più smisurato
chiarore: non c’è nebbia che resista
e il cosmo stesso si scolora!
Risuona, risuona al di là dello strato,
il canto dello specchio che si fa fontana.
E i fondi cavi spasimano, cercando un astro da liberare,
inchiodate sulle pagine più scure,
le apparizioni multiple bramano un costato di luce.
Laddove le sabbie scivolano, il mare, dissanguato,
vibra, come un ondoso strato di ciglia.
Rimanendo invariato, riflette il lungo corso
del vento circolare, e il respiro esplode
e crolla con un tuffo rovinoso.
La cima è una crepa innominabile,
la fine, una flottiglia immota.
La folgore scantona,
il mosso impeto s’infrange,
senza neppure saperlo.
Stendi la palma, dona, e avvampa, avvampa,
amore, che t’avanzi, amore, che chiedi l’ultimo respiro!
Amore, che rechi il nodo immenso dell’altro,
e la morte, librata nello stesso atto!
Squartati dall’urlo finale, come la nera spoglia si deride,
soffiati via dall’uragano, si resta fiamma nuda.
Annegati sul rogo senza flussi, alvei riarsi senza confini,
tendiamo la mano sull’orlo del tragitto:
e, sull’orrido di cicatrici, che richiama, impazzito, la beffa terminale,
s’effonde, nitidamente, il sovrumano. Che, divorando, prende
e subito ricrea, restituendo agli astri
un solo, incandescente splendore.
Valente, valente il vello del cuore
trasmigra ed erompe sulle libere andature.
L’esterno lo scalfisce, l’esterno lo scandisce,
è
anima fonda che arreca la lenta fusione!
Gemente, s’aggrinzisce il livido ammaestramento;
è
una filante chiusa, un ibrido rotante,
è
spasmo che percorre l’estensione a tutta velocità!
I nostri acerbi disguidi intridono la terra,
percorrendone il verso sconosciuto:
un sentiero abbagliato di lenta, setacea notte
e di fulgori affilati di stelle.
Rabbrividendo, il cielo si raccoglie nel cristallo,
emanando un richiamo delirante!
Il corpo addita e non ha più confini,
straripando fuori, naviga tra melodia e inferno.
Ribolle la maestà che anima, alle radici
del vasto che la strugge, dove un dio
spaventosamente vivo sfolgora
ciò che non appare più.
Gli occhi sono scorci che si aprono
dove la notte diventa giorno
e tutto ascende sul magma del divenire.
Quando eravamo tutto
e sempre continuavamo il mutare che profonde,
quando ogni tratto era un largo spalancato,
dove l’intiero abbracciava ed era abbracciato,
quando ancora irraggiavamo l’empito del volo,
il nostro nome era infinito e il nostro spazio
eterno.
L'abside che squassa, l'abside che squassa,
l'abside, permeata d'infinito!
Il salto che ripone e quello che dispone
sono la stessa, profumata creatura!
Sono gli stessi occhi che ci guardano dall'interno,
sono le stesse, ultime voci!
Sono le stesse, vibranti dimensioni a regalarci l'apice,
l'apice, frenato dal castone ferreo;
la morsa che avvicina e quella che rapina,
la muta, unita, abbagliante vastità, che concretizza l'urlo del cuore!
Cosa non si sfila nel frammentato succedersi, cosa non si rileva!
Cosa non appare sotto l'uguale connessione:
dietro le porte chiuse, dietro le indebite occasioni,
dietro il perduto, e quello ancora da perdere,
dietro ciò che sembra terminato!
Tutto s'avanza ancora, e non cessa d'avanzare;
tutto s'espande, travolgendoci i confini;
tutto ci scaraventa sempre innanzi!
totalmente riuniti e amplificati dall'onda che ci ha nutriti,
spargendoci per tutta la lunghezza della sua illimitata profusione!
Ascolta La Poesia!
Vi lascio qui sotto cinque links che portano ad alcuni mp3 in cui sono registrata io che leggo alcune mie poesie. Sono un po' pesanti da scaricare; se avete l'ADSL è meglio. Buon ascolto!
Guarda La Poesia!
Il link che vi metto qui sotto porta a un video che è stato girato durante uno spettacolo teatrale a cui ho partecipato recitando la mia poesia "Rabbrividendo", che è riportata su questo sito come penultima. Il file è un po' pesante, per cui, al solito, se avete l'ADSL è meglio... Vi metto anche tre versioni video di "Abside", la poesia che trovate per ultima su questo sito: una per windows Media player e un'altra per tutti gli altri players, in .MP4 e una per cellulari. Buona visione e buon ascolto!
Video di "Abside" Windows media Player
E' uscito il mio nuovo libro "Animàti"!
E' uscito il mio nuovo libro di poesie:"Animàti".
Lo potrete trovare a questo link.
E potete andare anche sui siti di IBS, laFeltrinelli e Amazon mettendo il mio nome nella casella di ricerca, lo troverete sicuramente!
Dateci un'occhiata, ne vale la pena!
©Marilena Guarnieri